Il 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania" è un'unità militare dell'Arma dei carabinieri, formato da paracadutisti ed inquadrato nella 2ª Brigata mobile carabinieri, grande unità di cui fanno parte anche il 7º Reggimento carabinieri "Trentino-Alto Adige" con sede a Laives (BZ), il 13º Reggimento carabinieri "Friuli-Venezia Giulia" con sede a Gorizia e il Gruppo di intervento speciale. Il "Tuscania" ha attualmente sede a Livorno, e dispone di circa 550 effettivi.
Pur nella sua peculiarità, esso si adegua perfettamente al ruolo da sempre svolto dalla Benemerita, abbinando efficacemente addestramento e operatività tipicamente militari a potenzialità d'impiego (anche) nell'ambito della polizia giudiziaria propriamente detta.
Storia
Il reparto perpetua idealmente le tradizioni del I Battaglione carabinieri reali Paracadutisti, costituito il 1º luglio 1940, impiegato nella seconda guerra mondiale, nel fronte dell'Africa Settentrionale (1941). Il I Battaglione carabinieri reali paracadutisti viene posto alle dipendenze del Corpo d'armata di manovra (C.A.M.) e riceve l'ordine di trasferirsi nel Gebel Cirenaico, dove assolve numerosi compiti tra cui il presidio di Lamluda, Derna e Cirene, sede del Comando superiore forze armate A.S., nonché la sorveglianza anticommandos di un tratto di costa cirenaica. In questo periodo il battaglione sostiene alcuni scontri con il nemico tra cui di particolare rilievo il combattimento svoltosi il 19 novembre nei pressi di Cirene che termina con la cattura di un ufficiale, un sottufficiale, 10 militari inglesi e 42 guerriglieri libici. Il 14 dicembre 1941 su ordine personale del generale Rommel, comandante del Panzergruppe "Afrika", al comando del maggiore Edoardo Alessi, il reparto raggiunge il bivio di Eluet el Asel con il compito di arrestare l'avanzata delle unità britanniche che, sfruttando le piste provenienti dall'interno, intendono tagliare la strada alle divisioni italiane in ritirata lungo la via Balbia. Il 19 dicembre 1941 ha inizio la battaglia di Eluet El Asel. Il battaglione, rinforzato da un plotone di guastatori paracadutisti, alcuni cannoni da 47/32 serviti da bersaglieri e un plotone di paracadutisti libici, dopo aver respinto per un'intera giornata i ripetuti assalti di una brigata meccanizzata inglese, assolto il proprio compito e ricevuto l'ordine di ripiegare, ormai circondato, durante la notte si apre la strada verso le linee amiche combattendo e cercando di forzare diversi sbarramenti inglesi. Gli stessi nemici, in una trasmissione del 28 dicembre di Radio Londra, ammettono che "i carabinieri paracadutisti si sono battuti come leoni e che mai i reparti britannici avevano incontrato una così accanita resistenza!". Tale unità — che aveva subito gravissime perdite — venne disciolta nel 1942, ma "risorse" nel 1951 a Viterbo come Reparto Carabinieri Paracadutisti, avente struttura e organici equivalenti a quelli di una compagnia di fanteria paracadutista, di stanza nei primi anni dalla sua formazione nella località citata presso il centro militare di paracadutismo.
In questo periodo, questa unità era a disposizione esclusiva del comando generale dell'Arma dei carabinieri come unità di pronto impiego per servizi di ordine pubblico. Temporaneamente nel 1957 rischierata in Pisa, dal 1º gennaio 1963 fu assegnata all'attuale sede (Livorno) e integrata nell'organico dell'allora appena costituita Brigata Paracadutisti, nella configurazione di "Compagnia Carabinieri Paracadutisti". Entrando a far parte della Brigata Paracadutisti, la Compagnia Carabinieri Paracadutisti oltre a quelli propri istituzionali dell'Arma dei Carabinieri fu incaricata pure di assolvere compiti bellici. Da allora oltre al normale addestramento prelancistico, ai lanci e a quello istituzionale dell'ordine pubblico, si aggiunse l'addestramento al combattimento individuale e collettivo. Elementi di quello che sarebbe diventato l'attuale reparto concorsero significativamente sia all'istituzione sia alle azioni del Reparto scelto interforze, che negli anni sessanta svolse un'intensa opera di controguerriglia, opposta alle iniziative terroristico-separatistiche di taluni movimenti altoatesini.
Il 4 novembre 1966 in occasione della disastrosa alluvione che colpisce Firenze e tutta l'Italia centro settentrionale, unità del battaglione Carabinieri Paracadutisti operano senza tregua per salvare persone in pericolo, alleviarne i disagi e prevenire atti di sciacallaggio. Il 25 giugno 1967 il capitano Francesco Gentile, comandante del Reparto speciale di rinforzo per l'Alto Adige intervenuto al passo di Cima Vallona dopo un ennesimo attentato dinamitardo di separatisti altoatesini, rimane vittima di una imboscata tesa con una trappola esplosiva. Muoiono con lui il tenente Mario Di Lecce e il sergente Olivio Dordi, Sabotatori Paracadutisti. Al capitano viene concessa una medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Il 7 maggio 1973 il capitano Fabrizio Innamorati, comandante di una compagnia del Battaglione carabinieri paracadutisti, scala l'Everest, il monte più alto del mondo. Al comando di una cordata di 4 uomini conquista la vetta per ben 2 volte in 4 mesi, nel corso dell"'Operazione Everest" organizzata dallo Stato Maggiore dell'Esercito.
Il 1º ottobre 1975, in concomitanza con ovvi mutamenti organici, assunse la denominazione di 1º Battaglione carabinieri paracadutisti "Tuscania". Nel 1977 da un'aliquota del battaglione furono create le unità antiterrorismo, e forze speciali, Gruppi Intervento Speciale (GIS).
Al 1º giugno 1996 risale, viceversa, l'attuale denominazione di Reggimento,
Il 15 marzo 2002, a seguito della costituzione in Forza Armata Autonoma dell'ex Arma dei Carabinieri il 1º Reggimento "Tuscania" esce dai ranghi dell'Esercito e della Brigata paracadutisti "Folgore" e viene posto alle dirette dipendenze della Seconda Brigata Mobile Carabinieri.[1]
Il "Tuscania" ha partecipato a tutte le più importanti missioni "fuori area" in cui sono state impegnate le FF.AA. italiane. A partire dal Libano (1982-1984) con l'ITALCON, primi a partire e ultimi a tornare da quello che fu il primo impiego internazionale del dopoguerra, per poi proseguire con le seguenti operazioni:
- Namibia (1989-1990), UNTAG;
- Kurdistan (1991), AIRONE 1;
- Turchia (1991), AIRONE 2;
- Somalia (1992-1994), IBIS, (1993), UNOSOM;
- Cambogia (1992), UNTAC;
- Israele (1994), TIPH 1;
- Bosnia (1996-2003), IFOR/SFOR;
- Palestina (1996), TIPH 2;
- Albania (1997-1999), ALBA;
- Timor Est (1999-2000), STABILISE;
- Kosovo (2000-2003), JOINT GUARDIAN;
- Repubblica di Macedonia (2001-2002), AMBER FOX;
- Afghanistan (dal 2001), ISAF e ENDURING FREEDOM (2003);
- Iraq (dal 2003), MSU
- Striscia di Gaza (dal 2006), EUBAM RAFAH.
Nel corso degli anni, al Reggimento è stata anche affidata la sicurezza delle Sedi Diplomatiche nazionali all'estero nelle aree e nei periodi di maggior "rischio": Libano, Somalia, Arabia Saudita, Zaire, Perù, Algeria, Albania, Congo, Serbia, Iraq, Israele, Afghanistan, Pakistan, Colombia, Costa d'Avorio, Yemen, Egitto, Libia, Siria.
Molto frequenti sono stati gli impieghi sul territorio nazionale nelle aree che, per caratteristiche morfologiche e socio criminali, risultano difficilmente controllabili dalle Forze di Polizia territoriali; numerose operazioni antisequestro, anticontrabbando e anticrimine sono state condotte con successo in Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
Reclutamento e formazione
Il personale del Reggimento deve emergere da un impegnativo percorso di formazione professionale. È previsto un corso (a cui si accede dopo una preliminare scrematura dei soggetti che non risultano idonei) che dura 9 mesi, sotto il diretto controllo del Reparto Addestrativo del 1° RGT, e comprende:
Il 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania" sfila con la bandiera di guerra alla parata del 2 giugno 2006, Roma
- corso di paracadutismo militare; (lancio con fune di vincolo);
- addestramento all'impiego operativo di corde;
- corso di primo soccorso operativo (CLS);
- tecniche di orientamento e di navigazione terrestre;
- corso difesa personale (Krav Maga, Brazilian jiu jitsu e MMA);
- corso CBRN (chimico biologico radiologico nucleare) sulle operazioni in ambienti contaminati;
- tecniche di mascheramento, mimetizzazione, movimento tattico, superamento ostacoli, capacità di operare in sicurezza in ambienti montani e sopravvivenza in climi rigidi;
- corso per operatore eliportato;
- addestramento di pattuglia e di plotone: (procedure operative standard delle minori unità,operazioni anfibie, ricognizioni,acquisizione obiettivi, piantonamenti, tecniche di guerriglia, anti-guerriglia e operazioni speciali);
- tecniche Sopravvivenza, Evasione, Resistenza agli interrogatori e Fuga;
- addestramento all'impiego di armi e materiali speciali: (tiro con armi corte, medie, lunghe, utilizzo accessori vari, materiali esplodenti o speciali, piena conoscenza degli apparati per le comunicazioni, anche satellitari, in dotazione al reparto);
- abilitazione speciale alla guida di autoveicoli tattici;
- tecniche di combattimento e pattugliamento in ambiente urbano (MOUT/FIBUA/FIWAF);
- tecniche di Polizia Militare, Counter-IED, HUMINT e all'impiego in unità e comandi multinazionali;
Superate le prove finali del corso, (mediamente un candidato su tre) il carabiniere paracadutista assurge al rango di esploratore, transita nel Battaglione, nell'ambito del quale svolge attività operative, di addestramento, di mantenimento e di ulteriore specializzazione nei diversi settori:
- aviolancistico: (lanci ad alta quota ad apertura comandata);
- di tiro con armi individuali e di reparto;
- di impiego dei materiali speciali ed esplodenti;
- delle tecniche particolari di combattimento;
- servizio scorta (comprende abilitazione alla guida di sicurezza).
Nonostante l'affrancamento dell'Arma dei Carabinieri dall'Esercito (avvenuto il 5 ottobre 2000), il Tuscania rimane strettamente collegato ai "cugini" della Brigata paracadutisti "Folgore", con i quali condivide il basco di colore amaranto e il grido di battaglia "Folgore".